Negli ultimi giorni un articolo pubblicato da un noto sito specializzato in informazione scolastica ha riportato che sarebbe allo studio l’estensione fino a 30 giorni del potere disciplinare dei dirigenti scolastici nei confronti dei docenti.
“Fortunatamente – ha dichiarato il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana - il tutto è stato smentito dal Presidente dell’ARAN. Un’idea che la Gilda respinge con decisione, perché rappresenterebbe un passo pericoloso verso la concentrazione di poteri, che nulla ha a che vedere con la scuola della Costituzione. Inoltre, anche nell’attuale procedimento disciplinare, i dirigenti si appoggiano all’avvocatura dello Stato e questo già è un vantaggio, mentre i docenti pagano di tasca propria tutte le spese legali”.
Il rischio è che chi guida una scuola possa anche punire i propri insegnanti, in un sistema dove il contraddittorio non ha alcun peso. La scuola non è un’azienda, e il docente non è un sottoposto da disciplinare ma un professionista dell’educazione.
“Oggi – continua Castellana – è già eccessivo che i dirigenti rappresentino insieme l’accusa, il giudice e la giuria nelle sanzioni disciplinari fino a dieci giorni. Concedere anche la possibilità di sospendere i docenti fino a trenta giorni, significherebbe abolire ogni diritto di difesa e garanzia di imparzialità”.
Per questi motivi, da sempre, la Gilda sostiene con forza la proposta di un Consiglio Superiore della Docenza, “Un organismo terzo e indipendente – ha concluso Castellana - che garantisca equilibrio e trasparenza in modo imparziale”.
Lo diffonde in una nota la Gilda degli Insegnanti