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Formazione obbligatoria sostegno, azioni legali contro lavoro gratuito

Il decreto ministeriale sulle 25 ore per i docenti non specializzati è l’ennesimo scavalcamento delle prerogative contrattuali

“Con l’emanazione del decreto sulla formazione obbligatoria sul sostegno, assistiamo all’ennesimo scavalcamento delle prerogative contrattuali. Un’invasione di campo da parte di un governo al quale, forse, giova ricordare che in tutti gli ambiti lavorativi l’aggiornamento professionale rientra nell’orario di servizio prestato e, dunque, come tale deve essere considerato a livello retributivo. Escludere le 25 ore di formazione obbligatoria dal monte delle 40 ore delle attività funzionali all’insegnamento e non prevedere alcun esonero significa imporre agli insegnanti di lavorare gratuitamente, una condizione inaccettabile che appartiene ad epoche lontane in cui vigeva la schiavitù”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta il decreto ministeriale in attuazione della legge di Bilancio 2021 che introduce 25 ore di formazione obbligatoria per i docenti privi di specializzazione sul sostegno e nelle cui classi siano presenti alunni con disabilità.

“L’unico finanziamento previsto consiste in 10 milioni di euro destinati alla realizzazione dei corsi, cioè all’organizzazione delle attività e alla retribuzione dei formatori. Nulla è stanziato per retribuire l’impegno lavorativo dei docenti. Le scuole dovranno compiere uno sforzo per reperire risorse aggiuntive dal Fondo di istituto oppure dovranno utilizzare l’orario destinato alle riunioni collegiali. Se in qualche scuola si tentasse di ricorrere al ‘volontariato obbligatorio’, - conclude Di Meglio - intraprenderemo azioni legali per ottenere la retribuzione che spetta di diritto”.

Roma, 23 luglio 2021
Ufficio stampa Gilda Insegnanti


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